E per Pasqua prepariamo: Brazadel del Trentino


Noi: Anna, Nadia e Ornella (assolutamente in ordine alfabetico), amiche da sempre che collaborano con la Cuochina di "Quanti modi di fare e rifare" ci siamo chieste:  Cosa sforniamo per Pasqua oltre ai soliti dolci che si preparano per questa importante ricorrenza?
Questa volta, per celebrare la festività, non siamo andate in giro per il mondo come facciamo negli ultimi anni, ma abbiamo tratto ispirazione dalle nostre radici.
- Io ho scelto di preparare delle ciambelle dolci, profumate agli agrumi della tradizione trentina: Brazadel. Le mie radici sono venete ma il mio paese di nascita è situato proprio al confine con il Trentino Alto Adige.
- Anna ci delizia con un pane pasquale pugliese, più precisamente del Salento, ha un nome abbastanza difficile da pronunciare: "Puddhrica" ma alcuni lo chiamano anche "puddhricasciu".
- Nadia invece ha preparato la "Gubana delle Valli del Natisone", meraviglioso dolce della tradizione friulana

Una ciambella morbida, lasciata a riposo per diverse ore composta da ingredienti semplici, ma con un gusto inconfondibile. L'origine del nome, secondo alcuni, potrebbe essere la stessa del famoso bretzel tedesco. La parola deriva quasi certamente dal latino brachium, cioè braccio. La connessione con la parola "braccio" potrebbe significare il fatto che, preparato un impasto "a serpente" lo si faccia poi "abbracciare" per creare una ciambella oppure, nel caso del bretzel, la classica forma a fiocco con tre buchi. Una caratteristica che il brazadèl romagnolo, al contrario di quello trentino, ha in parte perso visto che a in Romagna spesso questo dolce può presentarsi semplicemente come un grande pane, senza buchi. Varianti di "ciambelle pasquali" si ritrovano però lungo tutta la costa adriatica, fino in Puglia.
Diverse fonti riferiscono anche che la forma a ciambella (ma lo stesso vale anche per il bretzel) fosse funzionale ad infilare il dolce direttamente nel braccio. Le donne che preparavano il dolce infilavano al braccio più brazadèi per poi portarli di casa in casa. E lo stesso gesto di metterli al braccio di qualcuno, tipicamente ai bambini come riferito da Wikipedia, era considerato un segno bene augurante. L'usanza potrebbe anche derivare dall'abitudine dei monaci di portare il brazadèl al braccio nel giorno di Pasqua, per consumarlo a bocconi lungo tutto l'arco della giornata. In Trentino era usanza raccomandare la stessa cosa ai bambini, per fare in modo che non lo consumassero troppo in fretta. In ogni caso le diverse usanze non si escludono a vicenda, così come le diverse, possibili, origini etimologiche. Fonte da questo sito, ricetta da "La Cucina Italiana"
 
Ingredienti per 6 pezzi:
500 g farina 12% proteine
175 latte intero
100 g burro morbido
75 g zucchero
15 g lievito di birra fresco
10 g sale
2 tuorli
1 uovo intero
2 cucchiai di rum
1/2 limone biologico
1/2 arancia biologica
 
per spennellare
un uovo
granella di zucchero

Iniziare sciogliendo il lievito di birra in 75 g di latte. Aggiungere 100 g di farina, mescolare bene, coprire con la pellicola e mettere in un luogo caldo a lievitare per un'ora.
 
Nella ciotola della planetaria mettere la farina rimanente, al centro versare il latte restante, l'uovo e i tuorli, le scorze gratuggiate degli agrumi. Avviare l'impastatrice e unire il lievitino. Impastare per un po' poi aggiungere il burro un pezzo alla volta ed il sale. Impastare a lungo, finchè il composto non si avvolge al gancio.

Dopodiché toglierlo dalla ciotola e metterlo sopra il tavolo da lavoro infarinato. Dare qualche piega a tre, modellare a palla e mettere in una ciotola leggermente imburrata. 
Coprire con la pellicola e lasciare livitare al caldo per circa un'ora e mezza. Deve raddoppiare.
Sgonfiarlo leggermente, dividerlo in 6 pezzi uguali e fare delle palline. 
Bucarle al centro con il dito indice infarinato e farle roteare intorno al dito in modo da allargare il foro e formare delle ciambelle.
Sistemarle sopra la teglia del forno coperta da carta forno. 
 
Io ho appallottolato un po' di carta forno e l'ho inserita al centro del buco per far sì che non si chiudesse troppo durante la lievitazione.

Spennellare di uovo sbattuto, coprire e far lievitare al caldo per circa 40 minuti.
Preriscaldare il forno a 180°C. Non appena le ciambelle hanno raggiunto la lievitazione, spennellare nuovamente con l'uovo sbattuto e cospargere con la granella di zucchero. 

Infornare nella parte bassa del forno per circa 30 minuti facendo attenzione che non si colorino troppo.

Buona domenica delle Palme e serena Pasqua a tutti!

 

Commenti

  1. Semplice ma d'effetto questa tua ricetta, molto interessante. Buone Palme e buona Pasqua a tutti voi! Un abbraccio

    RispondiElimina
  2. Devono essere una bontà. Ciao Ornella Buona Pasqua

    RispondiElimina

Posta un commento

Mi piace pensare a questo “giardino” come ad un luogo sereno e spensierato dove pace e armonia regnano sopra ogni cosa...♥
Il vostro pensiero è ben accetto purché non sia offensivo per nessuno.
Tutti i commenti ANONIMI non saranno presi in considerazione.

All ANONYMOUS comments will not be considered.