Le verdi colline di Atene
Ogni volta che ci capita l'occasione di andare a passeggiare nel centro città, che dalla nostra casa dista una ventina di minuti con la metropolitana, cerchiamo di percorrere angoli meno conosciuti e perciò meno frequentati.
L'ultima volta ci siamo avventurati verso: la Collina delle Muse, la Collina della Pnice (Pnyka) e la Collina delle Ninfe che si trovano esattamente di fronte all'Acropoli. Nella prima, chiamata anche Collina di Filopappou, ci siamo imbattuti in quelle, che secondo la storia, si presuppone siano state le prigioni di Socrate. Eravamo al corrente della loro esistenza ma percorrendo il viale Dionysiou Aeropagitu non avevamo mai deviato per quella strada!
Non vi parlerò del grande filosofo, perché ci sono pagine e pagine di libri e di internet che abbondano per chi vuole approfondire la sua conoscenza ma vi accennerò dell'uso che ne hanno fatto, i greci, di quelle prigioni, nel secolo scorso.
Durante la seconda guerra mondiale, le più importanti opere e antichità, sia dell'Acropoli sia del Museo Nazionale, furono salvate dalle razzie del nemico tedesco perché nascoste lì e, in quelle grotte all'esterno, fu eretto un muro spesso di cemento tale da ricoprirne la facciata così da nasconderne il passaggio di entrata.
Questo non lo sapevamo ma, ritornando al lato filosofico della passeggiata...percorrendo i sentieri di terra battuta, in quelle verdi, ampie colline, tanto da sembrare collocate in un'altra dimensione, estranea alla cementificata Atene, mi sembrava di scorgere un uomo, di aspetto tutt'altro che bello, attorniato da giovani interessati al suo dialogare mentre girovagava assetato di sapere e alla ricerca di una verità che continuamente gli sfuggiva...”quello che so è di non sapere”...
Nella spianata della Collina della Pnice si riuniva l'assemblea del popolo (Ecclesia) di Atene ed era anche il luogo preferito dai grandi oratori greci.
Per finire la Collina delle Ninfe dove si trova il vecchio osservatorio e poco oltre la sede dell'Istituto Geodinamico.
viale Dionysiou Aeropagitou
Non vi parlerò del grande filosofo, perché ci sono pagine e pagine di libri e di internet che abbondano per chi vuole approfondire la sua conoscenza ma vi accennerò dell'uso che ne hanno fatto, i greci, di quelle prigioni, nel secolo scorso.
Durante la seconda guerra mondiale, le più importanti opere e antichità, sia dell'Acropoli sia del Museo Nazionale, furono salvate dalle razzie del nemico tedesco perché nascoste lì e, in quelle grotte all'esterno, fu eretto un muro spesso di cemento tale da ricoprirne la facciata così da nasconderne il passaggio di entrata.
il muro di cemento eretto durante la seconda Guerra Mondiale
Questo non lo sapevamo ma, ritornando al lato filosofico della passeggiata...percorrendo i sentieri di terra battuta, in quelle verdi, ampie colline, tanto da sembrare collocate in un'altra dimensione, estranea alla cementificata Atene, mi sembrava di scorgere un uomo, di aspetto tutt'altro che bello, attorniato da giovani interessati al suo dialogare mentre girovagava assetato di sapere e alla ricerca di una verità che continuamente gli sfuggiva...”quello che so è di non sapere”...
Nella spianata della Collina della Pnice si riuniva l'assemblea del popolo (Ecclesia) di Atene ed era anche il luogo preferito dai grandi oratori greci.
Per finire la Collina delle Ninfe dove si trova il vecchio osservatorio e poco oltre la sede dell'Istituto Geodinamico.
Collina delle Muse e monumento di Fillopappou
Collina della Pnice
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Mi piace pensare a questo “giardino” come ad un luogo sereno e spensierato dove pace e armonia regnano sopra ogni cosa...♥
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